Preg.mo dottore,
sono una donna di 67 anni e da quattro porto il catetere perché affetta da ritenzione urinaria cronica. Ciò mi causa frequenti infezioni delle vie urinarie per cui devo assumere ogni volta antibiotici che, tuttavia, non riescono a riportare i globuli bianchi ai livelli normali. Premetto che sin da giovane ho presentato “resistenza” ad urinare, ma non ci facevo caso perché poi, alla fine, riuscivo a svuotare la vescica. Allo stato di ora sono avvilita, non accetto più il continuo catetere e, data la febbre ogni venti giorni circa, non capisco se mi si sono abbassate le difese immunitarie. Desidererei, gentilmente, ricevere un consiglio sul da fare ed eventualmente dove possa ricoverarmi per indagini appropriate od eventuale intervento chirurgico. Nel ringraziare, porgo distinti saluti.
Gentile Signora,
la ritenzione urinaria cronica nel genere femminile può essere secondaria a condizioni che spesso non sono terapeuticamente di facile risoluzione. Posto che nella sua situazione sia stato condotto un corretto iter diagnostico/terapeutico che ha portato alla conclusione che il cateterismo sia il miglior rimedio da adottare, le consigliamo di eseguire un addestramento all’auto-cateterismo. In genere, laddove adottabile, l’auto-cateterismo intermittente (3-4 volte die a seconda delle situazioni e dell’introito di liquidi) è meglio tollerato, comporta minori rischi di infezioni delle vie urinarie e consente una qualità di vita sicuramente più elevata rispetto al cateterismo a permanenza. Nei casi in cui l’auto-cateterismo non sia realizzabile, l’esecuzione del cateterismo intermittente potrebbe essere affidato a familiari o caregiver.
Dott. Simone Morselli
Dott. Vincenzo Li Marzi